Il primo dei due Milan – Napoli in salsa europea non tradisce le attese, in campo e fuori. Nel post match su Sky Sport piccante scambio di battute fra il tecnico del Napoli Luciano Spalletti e l’opinionista Paolo Di Canio. Oggetto del contendere, il metro di giudizio dell’arbitro romeno Istvan Kovacs nella gestione dei cartellini gialli e della sfida in generale.
Di Canio analizza la sfida e si concentra sull’ammonizione di Kim, punito per eccesso di foga, definendo il gesto “eclatante”. Spalletti, che aveva protestato a lungo in campo per la decisione arbitrale (e non solo per l’episodio legato al suo difensore) coglie immediatamente la palla al balzo ed è subito rissa dialettica: “Ma cosa stai dicendo?“ le prime parole dell’allenatore rivolte all’ex calciatore. E poi il tecnico di Certaldo va in tackle. “Allora se dobbiamo parlare, bisogna farlo anche dell’ammonizione di Zielinski e di quelle che non ha dato a Krunic. E poi ditemi della bandierina“.
Ogni riferimento a Leao che l’ha frantumata con un calcio non è casuale. “Non esiste gesto più eclatante di quello. Allora diciamo a tutti i bambini che giocano a pallone che possono andare a prendere a calci tutto quello che trovano. Dell’arbitro non voglio parlare, è del tutto evidente quali siano state le sue scelte“.
Spalletti è apparso molto nervoso, anche perché il Napoli ha chiuso in dieci per la doppia ammonizione e il conseguente cartellino rosso ad Anguissa, uno degli uomini chiave del centrocampo azzurro. Un’assenza molto pesante nell’economia del doppio confronto. Anche in questo caso l’allenatore non lascia spazio alle interpretazioni. “Durante la partita mi ero fatto l’idea che la sua espulsione fosse per certi versi già pianificata. Avevo già in mente di sostituirlo. Il dispiacere è di aver perso un minuto e non aver fatto in tempo a toglierlo dal campo“.
Spalletti ne ha per tutti, anche per i tifosi del Napoli. In vista della sfida del ritorno vuole uno stadio pieno e trascinante come è stato San Siro. “Un clima del genere può anche generare qualche titubanza all’avversario. Questa squadra sta per tornare a vincere un campionato dopo 33 anni e si gioca in casa l’accesso a una semifinale di Champions, non riuscirò mai a capire perché ci si contesta tutti contro tutti. Se succede al ritorno, lascio la panchina e vado a casa, mi sembra tutto così assurdo“.
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