La Juventus lancia “Against all Odds”: la storia del giovane talento Marco Da Graca

“Against All Odds” è la nuova produzione originale di Juventus Creator Lab, e racconta la storia di un giovane talento bianconero, Marco Cosimo Da Graca. Il ragazzo è la dimostrazione di come credere nelle proprie possibilità possa permettere di realizzare i propri sogni, esattamente come sta facendo ora lui con la maglia bianconera.

Le difficoltà per riuscire a emergere non sono mancate, ma la sua determinazione e l’incoraggiamento avuto dai suoi cari gli hanno permesso di farcela. E ora finalmente sta raccogliendo i frutti del duro lavoro.

“Against all Odds”: Marco da Graca sa come si fa

Contro ogni possibilità” è una frase che sembra essere adatta perfettamente per esprimere la storia di Marco Da Graca, palermitano classe 2002 e giovane talento della Juventus, che sogna di poter arrivare a giocare stabilmente con i suoi idoli.

Il ragazzo è arrivato a Torino nel 2018 e qui muove i suoi primi passi da professionista, sia con la Prima Squadra che, più stabilmente, con la Juventus Next Gen, in cui milita ancora oggi.

Questa, almeno apparentemente, sembrerebbe la storia vissuta da molti coetanei di Marco anche in passato, ma questo è vero solo in parte. Il calciatore rappresenta un esempio di rivincita e rinascita: la sua infanzia è trascorsa in quartieri difficili in Sicilia, dove certamente non poteva contare su alcun appoggio per sfondare nel calcio.

I problemi in quell’ambiente erano praticamente all’ordine del giorno, ma la famiglia ha subito creduto in Marco e ha fatto il possibile per incoraggiarlo e realizzare il suo sogno. Come lo stesso Da Graca ha sottolineato, lui è l’esempio di come il calcio possa essere perseveranza, felicità, ma anche rivalsa e salvezza, da un futuro che non è mai scritto fino in fondo.

Questo può avvenire perché solo chi ha passione e non molla ce la fa, contro ogni previsione.

Marco Da Graca Juventus
Foto | Juventus

Il calcio gli ha certamente salvato la vita, lui non ha alcun dubbio: “Ho visto tanti miei amici fare una brutta fine, alcuni morti, alcuni arrestati, se non avessi giocato a calcio non saprei cosa avrei fatto ma credo una fine brutta – ha raccontato -. Il mercato del capo dove sono cresciuto è un quartiere non semplice in cui abitare, ho visto da piccolo gente che spacciava e rubava, troppa gente che si brutta nella malavita. A 6 anni e mezzo i miei genitori si sono separati, all’inizio avevo un rapporto buono con mio padre poi per 4-5 anni non si è fatto più sentire. A 8 anni mi sono trasferito dai miei nonni. Mi sono salvato per la situazione che c’era nella mia zona. Ho iniziato a giocare a calcio e da lì è iniziata la mia vita calcistica”.

I primi tempi trascorsi a Torino sono stati tutt’altro che semplici, ma la passione lo ha spinto a non mollare: “Ero in videochiamata con mia zia e mi ricordo aveva fatto un cartellone con scritto “Inter o Juve?”. Lì avevo capito che mi volevano e ho risposto Juve. Perché? Perché la Juve e la Juve. All’inizio quando mi sono trasferito è stato difficile. A metà stagione sono sceso a Palermo e non volevo più tornare a Torino. Mi mancava una figura di riferimento come mio nonno. Quando vedo la Prima Squadra mi viene voglia di ritornarci, quello è stato sempre il mio sogno da bambino”.

 

 

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